Piccola guida per far valere i propri diritti in banca
Il rapporto che lega banca e cliente è necessariamente delicato: il cliente accantona in banca i suoi sudati risparmi ogni mese, vi lascia il proprio patrimonio, si fa consigliare su come impegnare al meglio i suoi soldi, e spesso, dopo aver dato tutte le garanzie del caso, si obbliga anche per 20 o 30 anni a restituire gli impegni finanziari che ha sulla casa.
Ma a volte non tutto va per il verso giusto, cosa fare quando tanta fiducia viene tradita dalla banca?
La prima cosa è sapere che il cliente non è solo, sono infatti molte le misure che si possono mettere in atto per farsi valere, e spesso si conviene ad un risultato soddisfacente in tempi brevi e senza spendere molto, ma andiamo ad esaminare il percorso da intraprendere:
Prevenire è meglio che curare: leggere la documentazione
Anche se la documentazione bancaria è particolarmente corposa, e ormai anche grazie ai questionari di adeguatezza e appropriatezza delle operazioni, è difficile che un intermediario possa proporre ad un cliente un prodotto o servizio totalmente fuori dal suo profilo di investitore, è sempre buona prassi leggere e conservare la documentazione, proprio per evitare di constatare di aver accettare situazioni che in realtà non si condividono.
Nel caso non si disponesse di tali documenti, essi vanno richiesti alla banca che è obbligata a fornirli entro e non oltre 90 giorni dalla richiesta. Se poi successivamente si accerta che è stata violata una propria legittima pretesa, il primo passo è mandare un reclamo all’intermediario.
Il reclamo scritto
Il reclamo è un atto con cui il cliente contesta in forma scritta un comportamento, un’omissione o più in generale l’operato della banca; è dunque il primo passo nei confronti dell’istituto, il quale deve rispondere entro 30 giorni. Per procedere al reclamo è sufficiente andare sul sito web della banca nell’apposita sezione (reclami/ ricorsi/ conciliazione) in cui viene spiegato l’iter da seguire.
Cercare una mediazione
Dopodiché, se il reclamo rimane senza risposta è possibile attivare il percorso stragiudiziale, chiamato anche ADR (Alternative Dispute Resolution). Si tratta di un tentativo di mediazione, che può condurre ad un accordo soddisfacente con grande risparmio di tempo e denaro, purché come precedentemente evidenziato si sia in possesso di una documentazione puntuale.
Tali vie sono essenzialmente riconducibili a:
ABF – Arbitro Bancario Finanziario. Si tratta di un organismo assistito nel suo funzionamento dalla Banca d’Italia, le cui decisioni non sono vincolanti come quelle di un giudice, ma se una delle due parti non le rispetta, l’inadempimento viene reso pubblico.
Il cliente può rivolgersi all’ABF, tramite il portale dedicato, entro 12 mesi dalla data del reclamo, versando soli 20 euro per le spese della procedura e mediamente la durata di tutto l’iter, dalla ricezione del ricorso alla comunicazione della decisione è di circa 300 giorni.
Si può chiedere all’ABF:
- il riconoscimento di una somma di denaro non superiore a 100.000 euro
- Senza limiti d’importo quando l’oggetto del contendere riguarda l’accertamento di diritti (ad esempio ricevere la documentazione di trasparenza o la cancellazione dell’ipoteca dopo l’estinzione del mutuo)
Al momento l’ABF è intervenuto più frequentemente in merito a questioni relative alla cessione del quinto, i mutui e le pensioni, e la maggior parte delle volte è stata data ragione al cliente.
ACF – Arbitro per le Controversie Finanziarie, è lo strumento creato dalla Consob (Commissione nazionale per le società e la borsa) per risolvere i problemi in tema d’investimenti in maniera più semplice e veloce rispetto a una causa in tribunale.
Non comporta costi per i clienti, che di norma debbono avere una risposta entro 180 giorni, anche se a causa dei molti ricorsi ricevuti è possibile dover aspettare oltre un anno. In ogni caso, al momento anche l’ACF si è pronunciato nella maggioranza dei casi favorevolmente per il consumatore e di questi casi il 90% hanno ottenuto il risarcimento.
Dopodiché non rimane che fare causa
Dopo aver battuto tutte le vie stragiudiziali, non rimane che rivolgersi ad un giudice: una scelta che richiede una specifica valutazione e comparazione dei benefici e dei costi relativi, in termini di denaro e di tempo. Quindi in questo caso l’unica cosa da fare è valutare attentamente la propria situazione e le possibilità di successo.